15-03-2022
Chi, tra i condomini, non avesse ancora avviato le pratiche per il Superbonus 110%, in teoria da normativa, ha ancora 22 mesi per decidere quali lavori svolgere e come usufruire dell’intera agevolazione.
Ma realmente, invece, si incontrano molte più difficoltà.
Ai già elaborati cavilli si sono ora aggiunti tre nuovi ostacoli: il caro materiali; la scarsa disponibilità di imprese libere (soprattutto facendo riferimento a lavori di grande impegno); le maggiori difficoltà che ci saranno nell’ottenere la cessione del credito.
Diagnosi energetica a carico del condominio
Per quelli che volessero intraprendere oggi il percorso del Suberbonus 110% la prima cosa da mettere in conto è la questione delle tempistiche.
Anche a fronte di complessi step preliminari completati correttamente, i primi ponteggi non compariranno prima del prossimo autunno e in caso contrario le date di inizio lavori potrebbero slittare molto più avanti.
Compreso questo, il primo punto è stabilire, in assemblea condominiale, di assegnare l’incarico per la diagnosi energetica dell’edificio.
Per svolgere tutto correttamente bisogna presentare due attestazioni di prestazione energetica: una antecedente ai lavori e una al termine con lo scopo di documentare il salto di almeno due classi energetiche.
Uno dei disincentivi a usufruire del Suberbonus in questa fase è la condizione che pone il costo della diagnosi dentro il pacchetto dell’agevolazione solo in caso di lavori effettuati, altrimenti le spese sostenute restano a carico del condominio.
Stare nei costi Svolta la prima analisi di prestazione energetica, capito quali sono i lavori da attuare e deciso di procedere, bisogna ora valutare i costi.
Perché è complicato rimanere nei costi? Perché le opere agevolabili hanno un doppio tetto di spesa: il primo è generale e riguarda lavori che tendenzialmente vanno fatti per ottenere un salto di due classi energetiche.
Un esempio di lavoro che rientra nel primo tetto è il cappotto termico per il quale si possono spendere 40mila euro per ogni unità se il condominio ne ha fino a otto e 30mila per quelle ulteriori; il secondo tetto, identificato dal ministero per la Transizione ecologica, riguarda il costo dei materiali e della posa in opera.
Nel caso in cui fosse necessario, durante l’assemblea che assegna i lavori, si può stabilire se e di quanto sforare dai limiti fiscali.
Una volta deciso vanno approvate cessioni del credito o sconti in fattura, il prestito ponte necessario per pagare l’impresa e il compenso per l’amministratore, non detraibile dalle spese.
Dopo la delibera va fatto passare un mese per assicurarsi che non vi siano impugnative da parte di nessuno.
Svolti tutti questi passaggi e iniziati i lavori bisogna ricordarsi le tre fasi di cessione del credito: dopo aver svolto il 30% dei lavori, dopo il 60% e al termine, con tutto l’impegno documentale che ogni operazione di questo tipo comporta.